Chi lo avrebbe mai detto, qualche anno fa, che Aquaman avrebbe riscosso un successo così straordinario al cinema da meritare persino un sequel. Eppure è accaduto, dopo che il movie uscito nel 2019 con Jason Momoa nei panni di Arthur Curry ha sbancato il botteghino: è entrato nella prime 20 dei migliori incassi, superando il miliardo e affermandosi in qualità di movie di maggior successo mai prodotto dalla DC. Neanche il Joker di Todd Phillips è riuscito a superarlo. E dire che sembrava una pellicola fatta tanto per, con Aquaman che è sempre stato considerato un supereroe “sfigato”. Basti pensare che nella serie television The Large Bang Principle uno delle battute nerd più notice riguarda proprio Aquaman, che “fa schifo!”. E invece il movie diretto da James Wan si è rivelato esattamente il tipo di cinecomic che il pubblico predilige: lineare e godibile anche senza conoscere ogni dettaglio dell’universo a cui appartiene e soprattutto con la giusta miscela di azione, humor e pathos.
La seconda pellicola, disponibile nei cinema italiani dal 20 dicembre, è intitolata “Aquaman e il regno perduto” che però secondo le stime non si avvicinerà neanche lontanamente al successo del primo. Pur seguendo le linee guida del capitolo precedente e nonostante il finances consistente (oltre 200 milioni di dollari), il fenomeno Aquaman si è già sgonfiato e rischia di fare flop. Un indizio in questo senso è offerto dal poco advertising che ha accompagnato l’uscita del movie, che è l’ultimo dell’universo DC Prolonged Universe, ufficialmente “ucciso” dalla Warner Bros in favore di nuovi progetti che alimentino la competizione con la Marvel. La trama di “Aquaman e il regno perduto” è semplice: dopo gli eventi del primo movie, l’eroe interpretato da Jason Momoa si ritrova a svolgere il doppio ruolo di padre e sovrano di Atlantide. Il cattivo è Black Manta, che torna con l’intenzione di vendicare la morte del padre: per raggiungere lo scopo si procura l’antico e oscuro Tridente Nero.
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Aquaman dovrà chiedere aiuto al fratello Orm per impedire a Black Manta di attuare il piano. Da segnalare la presenza di Amber Heard nel ruolo di moglie del protagonista, nonostante le polemiche a seguito del processo-show con l’ex Johnny Depp. Tornando advert Aquaman, forse non molti sanno che si tratta del supereroe più “eco-friendly”. È emerso dalla ricerca di Save on Vitality, che ha valutato cinque parametri: etica e morale, poteri individuali, potenziale di distruzione, scelta delle armi e mezzi di trasporto utilizzati. Il peggiore è Ironman, figlio di un creatore di armi nucleari e considerato il più inquietante. Agli ultimi posti Batman, che paga il fatto di “lavorare” a Gotham, una città sporca e criminale come nessun’altra. Tra i virtuosi spunta invece Spider-Man, valutato il più attento e sensibile alle tematiche ambientali. Aquaman però non si batte, anche perché l’attore che lo interpreta è un sostenitore dei “prodotti naturali”.