Il mondo è sempre più affranto da guerre e scontri, con una situazione geopolitica globale bollente. E i protagonisti principali non fanno nulla per placare la tensione. Anzi. La «riunificazione» con Taiwan è una «inevitabilità storica»: è questo un passaggio delle parole del presidente cinese Xi Jinping nel discorso di tremendous anno in cui ha passato in rassegna i risultati e le sfide del Paese nel 2023, anno in cui si è registrato un aumento delle tensioni nello Stretto di Formosa e a pochi giorni dallo svolgimento delle elezioni presidenziali nell’isola.
Il numero uno della Cina ha sottolineato anche la necessità di «mantenere prosperità e stabilità a lungo termine» e di «una migliore integrazione nel grande piano di sviluppo nazionale» delle regioni semiautonome di Hong Kong e Macao. «Il controllo della pandemia si è stabilizzato», ha ricordato Xi nel suo unico riferimento allo smantellamento della politica «zero covid» all’inizio di quest’anno, dopo quasi tre anni di rigide restrizioni. Nel suo discorso il presidente cinese ha assicurato che «l’economia cinese continua a riprendersi e a migliorare», sottolineando allo stesso tempo un «traboccante dinamismo di sviluppo» del gigante asiatico, esemplificato dalla forza delle vendite di telefoni cellulari di produzione nazionale e il progresso della seconda economia mondiale nella produzione di veicoli elettrici.
Tra i momenti salienti dell’anno, Xi ha menzionato il primo volo commerciale dell’aereo C919 di fabbricazione cinese e le missioni che hanno trasportato gli astronauti sulla stazione spaziale cinese Tiangong. A livello internazionale, Xi ha osservato che «ci sono ancora luoghi nel mondo in mezzo alla guerra» e che il popolo cinese «è molto consapevole del valore della tempo», per questo ha assicurato che il suo Paese è «disposto a collaborare con la comunità internazionale per promuovere la costruzione di una comunità dal futuro condiviso per l’umanità». Questo discorso sembra un po’ cozzare con le parole su Taiwan.