«Basta con l’assedio, dateci tregua». Figlia, marito e madre di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta domenica scorsa, «si sentono sotto assedio, trovandosi ogni volta che escono di casa qualche cronista che li attende in strada per fare domande. Stanno vivendo un enorme dolore, la loro richiesta alla stampa è di dare tregua, di rispettare la sofferenza di una famiglia, in attesa che dalle indagini arrivino elementi più solidi». Questo l’appello che arriva, dall’avvocato Simona Callegari, incaricata dai familiari della donna.
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L’autopsia sul corpo di Giovanna Pedretti si terrà domani all’Istituto di Medicina legale di Pavia: la Procura di Lodi, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti, ritiene che l’esame possa essere fondamentale per capire con più precisione quanto accaduto nelle ultime ore di vita della 59enne.
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Gli inquirenti, guidati dal procuratore Maurizio Romanelli, hanno già chiesto a Google accertamenti sulla veridicità del commento, messa in dubbio da giornalisti e reality checker, fra cui Selvaggia Lucarelli, ma da quanto si apprende dovrebbero ancora partire. Le indagini sono condotte dai carabinieri che, nelle ore precedenti la morte di Pedretti, avevano convocata la donna in caserma come persona informata sui fatti per individuare il presunto cliente razzista.
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