Quando questa rubrica è nata, il suo intento period raccontare sopratutto i ragazzi. L’ho chiamata Future Membership, in omaggio a Pier Vittorio Tondelli, scrittore, che negli anni Ottanta teneva una rubrica sulle tendenze – gli hype – dell’underground, e l’aveva chiamata Tradition Membership.
Tondelli sapeva raccontare i ragazzi come nessuno. E non li raccontava perché, in loro, credeva che s’intravedesse il futuro: li raccontava perché in loro vedeva il presente. Credo di averlo più volte dimenticato, me ne dispiace e mi scuso. Credo che incaricare i giovani del futuro sia sbagliato e anche meschino: credo che, invece, dovremmo prenderci cura del presente, mi sembra la maniera più giusta di lasciare loro lo spazio di crescere e anzi, più semplicemente, vivere. Più in generale, mi rendo conto che vivere per il futuro, a qualsiasi età, sia sbagliato, e che in nome del futuro si diventa ciechi, giudicanti, reazionari, e ci si chiude al nuovo, si diventa incapaci di vederlo, o capaci soltanto di incapsularlo.
I ragazzi, del futuro, non sono né responsabili né anticipazioni: i ragazzi sono spugne. A Tondelli piacevano perché credeva che loro trattenessero il meglio di quello che c’period. Siamo capaci di vedere il meglio che c’è? Siamo capaci di guardare quello che i ragazzi fanno, dicono, indossano, credono, non nella prospettiva di quello che potrebbe diventare e di come si potrebbe deformare, ma nella sua manifestazione immediata? Non credo. Se lo fossimo, non esisterebbero i “signora mia, dove andremo a finire?”.
Volevo con questa rubrica imparare a guardare i ragazzi con lo stesso sconfinato amore che Tondelli aveva per loro, con lo stesso lucido realismo dell’osservazione nel metodo scientifico.
Penso che lo sforzo culturale che dovremmo fare, ammesso che dobbiamo farne uno, sia questo.
Quando Elsa Morante scrisse “Il mondo salvato dai ragazzini” period il 1968 e il mondo credeva nelle utopie. Le utopie non hanno niente a che fare con il futuro: non hanno niente a che fare con il tempo. Sono sogni che indirizzano l’azione presente. Migliorando, di passo in passo, il mondo. O almeno provandoci. Innamorata del presente, questa rubrica va in pensione, pronta a rinascere in una forma nuova, nell’edizione nuova del nostro Specchio, al quale Future Membership deve tantissimo. E, quindi, ringrazia. Ciao!