«Ringrazio tutti e sono commosso, nonostante l’incontro di oggi non sia stato positivo e non abbia portato a quello che mi aspettavo, non molleró». Le oltre 400 fiaccole accese per Ilaria Salis nella sua Monza arrivano nitide, grazie alle foto inviate su whatsapp, al padre Roberto mentre lascia i palazzi romani dove ha incontrato i ministri della Giustizia Carlo Nordio e degli Esteri Antonio Tajani. «Il signor Salis si è sentito rinfrancato dalle immagini che gli abbiamo mandato in tempo reale da questa manifestazione. Peccato non sia abbastanza per rassicurarlo sulle trattative legali in corso. È molto amareggiato», racconta a conclusione del presidio una delle attiviste del “Comitato Ilaria Salis”.
“Ilaria libera”, urlano i partecipanti al corteo che da Largo Mazzini è arrivato fino all’Arengario dove advert attenderlo c’è anche il sindaco dem Paolo Pilotto. “Vogliamo che Ilaria torni a casa”, è l’altro coro che anima la piazza. In strada, fiaccole rosse alla mano, in silenzio dietro il grande striscione con la sagoma di Ilaria disegnata da Gianluca Costantini, c’erano giovani studenti – tra cui ex compagni di università di Ilaria – e meno giovani, anziani accompagnati dai cani, pensionati, coppie sopra i 60. Insomma, la cittadinanza rappresentata in tutte le sue componenti. Una partecipazione che ha stupito anche gli organizzatori. «Il ricordo che ho di Ilaria ai tempi della facoltà è quello di una persona geniale, impegnata. Con cui period piacevolissimo parlare. Ci eravamo un po’ perse ma quando abbiamo saputo della sua situazione ci siamo subito mobilitati», racconta Cecilia Banti del Comitato.
Alla testa del corteo i consiglieri comunali di maggioranza di centrosinistra che hanno voluto questo momento, accompagnati dai militanti del Comitato. In coda al serpentone anche una sparuta rappresentanza del centro sociale Foa Boccaccio di Monza, quello a cui apparteneva Ilaria. Stanno lontani dalle telecamere e dai giornalisti «con voi non parliamo», dicono voltando le spalle.
Nessuna bandiera di partito, nessun riferimento politico come espressa volontà degli organizzatori. Solo due grossi striscioni, il più grande con la scritta: “Giustizia e dignità per Ilaria Salis”. Il sindaco Pilotto, che già nelle scorse settimane si period messo in contatto con il padre di Ilaria, lancia il suo appello di abbassare i toni, spiegando che «questo è il momento degli sherpa, non dell’ideologia» e che la trattativa va portata avanti con prudenza. «Credo sia saggio e vada nell’interesse di Ilaria che i governi trovino un punto di congiunzione, non il conflitto che rallenterebbe il lavoro in suo favore. Per lei si chiede il rispetto dei diritti come essere umano, ed è giusto cercare un avvicinamento progressivo». Poi la critica advert alcuni esponenti del governo: «Non parlo di Tajani, ma di altri le cui dichiarazioni dimostrano una minore disponibilità a entrare nella vicenda per una questione ideologica». La fiaccolata, come specificato da uno dei consiglieri comunali promotori, Stefano Gentile, è stata organizzata proprio per «chiedere che si applichino le leggi, il rispetto dei diritti fondamentali, sopra i quali non si può e non si deve fare politica».