SANREMO. Un Gino Paoli impietoso ha bocciato senza appello il Competition di Sanremo, per essendone stato tremendous ospite nella scorsa edizione: «No, non guardo Sanremo. Una volta period il Competition della canzone, non period neanche importante chi la cantasse, poi le case discografiche si sono accorte del potere rituale per l’Italia e adesso fanno il prodotto finito sperando che abbia una promozione. Da lì la television si accorge che lo spettacolo di Sanremo funziona, arriva non solo in Italia ma anche fuori, e allora si appropria di Sanremo e lo fa diventare lo squallido spettacolo che è adesso». Spietato anche sulle proposte musicale: «È pieno di canzoni di merda».
Intervistato per il podcast Tintoria, eccezionalmente da Genova davanti alla platea bought out del Teatro Sant’Agostino, non ha avuto parole tenere per il Competition di Amadeus, tornando però anche con la memoria alla tragica edizione del del 1967, quello tristemente celebre per il suicidio di Luigi Tenco: «Dalla period nella stanza di fianco – ricorda Paoli –, è stato uno dei primi che se n’è accorto, che ha sentito. E, dopo, aveva la canzone che si chiamava Bisogna saper perdere. Se c’ero io, a Sanremo si fermava tutto perché se in un’officina o in una fabbrica muore un operaio, si ferma tutto. Noi facevamo un mestiere e il mestiere va rispettato»