Erano comparsi in un video pubblicato da Hamas domenica sera gli ostaggi Yossi Sharabi, Itai Svirsky e Noa Argamani, per chiedere al governo israeliano di riportarli a casa. Un nuovo filmato, reso noto dal braccio armato del gruppo palestinese, le Brigate Qassam, mostra due corpi senza vita, probabilmente dei due uomini, mentre Argamani, 26 anni, cube che i suoi compagni di prigionia sono stati uccisi «dagli attacchi dell’Idf», le Forze di difesa israeliane.
Hamas, nuovo video degli ostaggi: Noa Argamani annuncia la morte dei due israeliani che erano con lei
Le immagini del rapimento della giovane a bordo di una moto al rave Supernova nel deserto del Negev il 7 ottobre aveano fatto il giro del mondo. «Solo la pressione militare su Hamas porterà a un nuovo accordo sugli ostaggi», ha ribadito il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, ribattendo alle feroci critiche dei familiari degli ostaggi nei confronti del governo. La situazione è sempre più tesa anche nelle acque del Mar Rosso, dove i ribelli Houthi hanno lanciato un missile al largo dello Yemen colpendo una nave portarinfuse di proprietà americana e battente bandiera delle Isole Marshall. Il Comando centrale dell’esercito Usa ha fatto sapere che la nave, della Eagle Bulk, una società con sede a Stamford, nel Connecticut, «non ha riportato feriti o danni significativi e sta continuando il suo viaggio».
I ribelli yemeniti hanno confermato di aver «attaccato una nave nel Mar Rosso che period diretta in Israele, dopo che questa non ha risposto agli avvertimenti a essa rivolti» e hanno ribadito che i raid sui mezzi con rotta verso Israele continueranno. «Lo Yemen diventerà un cimitero per gli americani, che lasceranno la regione umiliati», è l’avvertimento lanciato da un membro degli Houti, Ali al-Qahoum. Per tutta risposta nuovi bombardamenti sono stati registrati vicino all’aeroporto della città portuale di Hodeidah, in cui si trovano numerose basi del gruppo ribelle.
Anche la Cisgiordania è «sull’orlo dell’esplosione», hanno ammesso alcuni funzionari israeliani, commentando la decisione di Tel Aviv di trasferire lì da Gaza l’unità d’élite delle forze speciali Duvdevan. Nelle ultime 24 ore un 37enne è stato ucciso al checkpoint di Nour Shams, a est di Tulkarem, mentre un ragazzo e una ragazza poco più che ventenni sono rimasti uccisi negli scontri scoppiati durante un’operazione dell’esercito di Tel Aviv a sud di Hebron, nella città di Dura. I due sono stati colpiti da un proiettile rispettivamente al cuore e alla testa.
E dalla Cisgiordania venivano due attentatori che si sono scagliati sui passanti nella città di Ra’anana, nel centro di Israele, a meno di 20 chilometri da Tel Aviv. Un «attacco terroristico», lo ha definito la polizia, che li ha arrestati. Ahmed Zidat, 25 anni, e Mahmoud Zidad, 44 anni, sono parenti e residenti nella città di Bani Naim. Si trovavano illegalmente sul territorio israeliano. Dopo aver attaccato alcune persone fuori da un centro commerciale, uno dei due ha rubato un’auto da un autolavaggio e si è lanciato in una folle corsa, travolgendo chi si trovava sul suo passaggio. Poi ha deciso di cambiare vettura, pugnalando un’anziana a bordo di un’auto e scaraventandola a terra. Quindi ha continuato a guidare investendo i passanti, prima di essere fermato dagli agenti. La donna, una 70enne, è morta in ospedale, mentre altre 17 persone sono rimaste ferite, tra cui due francesi. «Una naturale risposta ai massacri dell’occupazione e alle proceed aggressioni contro il popolo palestinese», ha commentato Hamas. Come gli attacchi aerei che sono continuati sulla Striscia di Gaza, in particolare nel sud, facendo salire il bilancio dei palestinesi morti a oltre 24mila.
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