Doveva arrivare, il primo sì di Elly Schlein a Giorgia Meloni. Pochi minuti prima che iniziasse la conferenza stampa del capo del governo, il segretario dem l’aveva già bocciata, senza sentirne neppure una sillaba, dichiarando che il premier avrebbe «difeso l’indifendibile, dai disastri della manovra, fatta di tagli, alla riforma che riduce i poteri del presidente della Repubblica al patto di stabilità che danneggia l’Italia».
Tempo due ore ed Elly è tornata sui suoi passi. Qualcosa di condivisibile l’ha trovato. Quando Meloni si è detta disponibile a un confronto con il capo del Pd, il partito ha risposto che si poteva fare. È una kamikaze, la Schlein, che riesce a finire al tappeto perfino quando è intervistata dai giornalisti simpatetici e compassionevoli de La7 e accetta l’alto rischio di essere messa al tappeto da Giorgia in un corpo a corpo televisivo? Ma no, ClarabElly vive su un altro pianeta ma non fino a questo punto.
LA SCONFITTA – La sconfitta probabilmente l’ha messa in conto, ma per lei sarebbe già una vittoria. Questo faccia a faccia che si sta paventando tra le due signore della politica fa bene a tutte e due. Alla premier, che pare più attrezzata della rivale, contro la quale ha l’occasione di scatenare tutte le malelingue sinistre e che ha tutto l’interesse a rispondere colpo su colpo alle accuse che la chief dell’opposizione le muoverà, lasciando poi agli italiani il giudizio. Ma anche, se non di più, alla chief del Pd.
È notorio che la Schlein è debole più dentro il suo partito che rispetto ai suoi elettori, visto che i dem possono contare su uno zoccolo duro di un 16-18% degli italiani che li voterebbe perfino se il loro chief tornasse a essere Enrico Letta o Nicola Zingaretti. La sfida di Giorgia legittima Elly come chief e ha il sottile gusto per la premier di far rosicare metà esponenti del Pd, che dalla segretaria non si sentono rappresentati e da tempo tramano per sostituirla.
Ma l’eventuale scontro televisivo sarebbe anche una pedata in faccia a Conte, Renzi, Calenda e tutta l’armata Brancaleone dell’opposizione, incapace di trovare una sintesi pur avendo un nemico comune. Quando Romano Prodi, con grande sforzo personale, sussurrò prima di Natale che la Schlein avrebbe potuto federare il fronte anti-Meloni, tutti fecero finta di non sentirlo, anche nei dem. Riconoscere Elly come la front-woman delle sinistre è la by way of più sicura per evitare che queste riescano un giorno a coalizzarsi. Equivale advert accendere una miccia nel fronte delle sinistre. All’indomani del faccia a faccia tra il capo del governo e quello del Pd, da sinistra ci saranno più critiche verso il secondo che non il primo. Su lo share, giù i consensi.